Non perdere le novità di Il Blog di Matteo Mazzuca
Segui gli aggiornamenti del sito: abbonati gratis al feed.Post sullo stesso argomento
3 film in 30 righe
08/03/2014 in Recensioni
Nebraska, tutti i colori dell'on the road
23/01/2014 in Recensioni
L'uomo con i pugni di ferro - Il b-movie non è per tutti
12/05/2013 in Recensioni
Educazione Siberiana, o C'era una volta in Russia
02/03/2013 in Recensioni
La migliore offerta... O no?
05/01/2013 in Recensioni
I TAG di questo articolo
Tintin | Avventura | film | nostalgia | professore | archeologo | modellino | veliero | arrembaggi | battaglie | reporter | ciuffo | rosso | caccia | tesoro | aeroplano | sidecar | digitale | sequenze | performance | CGI | Hergé | fotorealismo | cartoon | flashback | coreografia | intrattenimento | steven spielberg | peter jackson | andy serkis | jamie bell | linea chiara | capitano haddock |
Condividi questo articolo
Gli articoli divisi per argomento
- Cinema 1 articoli
- I miei libri 1 articoli
- Recensioni 31 articoli
Tintin e il segreto dell'Unicorno - Bentornata, Avventura!
Di Matteo @ 06/11/2011 - in Recensioni - Commenti (0)
Avventura e nostalgia: quando Spielberg torna alle origini, dà il meglio di sé.
I critici francesi, trent'anni fa, ci avevano visto giusto. E se all'epoca era Indiana Jones a ricordare Tintin, oggi, per uno strano paradosso, è quest'ultimo a rievocare le avventure del professore archeologo.
Quale mistero si cela nel modellino dell'Unicorno, un veliero teatro di arrembaggi e battaglie? Sta al giovane reporter dal ciuffo rosso scoprirlo. Una misteriosa indagine lascia presto spazio all'avventura più sfrenata, portando Tintin (Jamie Bell) e il capitano Haddock (Andy Serkis) a condurre una instancabile caccia al tesoro, tra scontri navali, folli voli in aeroplano e pazze corse in sidecar.
A guidarci lungo questa avventura è uno dei più grandi cantastorie della nostra epoca. Perché Steven Spielberg, dopo tanti anni, appare finalmente libero. Libero dalla necessità di dover girare film "impegnati", libero di citare e di citarsi, libero, grazie alle magie del digitale, di poter dare vita a sequenze che con una tradizionale macchina da presa potevano essere solo immaginate.
Sorretto da una performance capture che cattura l'espressività degli attori e da una CGI che porta il marchio di Peter Jackson, Spielberg si appropria e tratteggia il mondo di Hergé nel miglior modo possibile, in uno strano ibrido di fotorealismo e cartoon, senza tradire la cosiddetta linea chiara del fumettista belga.
La narrazione, che per ambientazione e stile ha un retrogusto tutto europeo, decolla quando sullo schermo irrompono dei flashback visionari e trova il proprio vertice in un piano sequenza formidabile per ritmo e coreografia. Il tutto condito da un 3D che in molte scene dà il meglio di sé, dalla resa dei più grandi spazi aperti al pulviscolo più fine.
Perché spesso due ore di onesto intrattenimento, pur d'autore in questo caso, valgono più di decine di film di alte, ma disattese, ambizioni.
Questo post è stato letto 2244 volte in 4764 giorni: ti è piaciuto questo articolo?
Se desideri stamparlo clicca qui oppure sottoscrivi il Feed RSS per rimanere aggiornato.
Commenti
Nessun commento trovato: scrivi tu il primo commento ed avvia la discussione!
Nuovo commento
Disclaimer
L'indirizzo IP del mittente viene registrato, si raccomanda la buona educazione.