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Pirati dei Caraibi 4 - Quando l'aqua de vida ha un sapore dolciastro
Di Matteo @ 24/05/2011 - in Recensioni - Commenti (1)
Jack Sparrow (pardon, capitan Jack Sparrow) è tornato. La saga Pirati dei Caraibi un po' meno.
Certo, le due cose tendono a coincidere, anzi, il personaggio di Johnny Depp è probabilmente l'unico motivo per mandare avanti la serie. Gli sceneggiatori Ted Elliott e Terry Rossio hanno raggiunto il capolinea, in quanto a freschezza e originalità (ammettiamolo, sembravano aver esaurito la polvere da sparo già nel 2007 con Ai confini del mondo) e così la narrazione sparrowcentrica diventa una necessità, in realtà molto gradita.
La trama è un pretesto. Jack, Barbossa (Geoffrey Rush) e Barbanera (Ian McShane) partono alla ricerca della fonte della giovinezza, in una girandola di doppi giochi e tradimenti (marchio di fabbrica della saga). Sparrow ritrova una vecchia fiamma, Angelica (Penelope Cruz), che è poi la figlia di Barbanera. Nel frattempo il missionario Philip (Sam Claflin) e la sirena Serena (la bellissima Astrid Bergès-Frisbey) offrono lo spunto romantico al quarto episodio.
Nel mezzo, che succede? Tutto ciò per cui andiamo a vedere Pirati dei Caraibi, anche se un po' annacquato. Duelli e combattimenti (ma la mano del regista-coreografo Rob Marshall proprio non si vede), inseguimenti, velieri che sputano fuoco, zombie, schiere di sirene belle quanto crudeli, gag fisiche e verbali, e, come detto, Jack Sparrow. Quasi paradossale a dirsi, ma nulla di nuovo. Nessun guizzo. Persino le giravolte verbali di Sparrow sembrano limitate (ma lì, per fortuna, c'è Depp a tenere in vita il proprio personaggio. Ghigno d'oro, occhi bistrati, treccine, camminata barcollante: è sempre lui).
Non si tratta di una bocciatura. Oltre i confini del mare conquista la sufficienza. Il film offre due ore e venti di onesto intrattenimento, mantenendosi al di sopra della linea di galleggiamento. Solo, tutto sa ormai di già visto. Rimane, per i fan della saga, un certo rammarico: a Sparrow e compagni non manca la vita offerta dalla Fonte della Giovinezza, ma la vitalità che può scaturire solo da nuove idee.
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Commenti
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Comunque, questo film ha qualcosa di diverso. Non so cosa. Comunque c'è qualcosa che lo differenzia molto dai precedenti. Jack Sparrow non è il solito. Quella sua ridicola genialità è molto ridotta, così come le sue contorte frasi che lo caratterizzavano. La mancanza di Will ed Elizabeth, così come quella di altri personaggi, si sente notevolmente. E anche tutto il resto, è piuttosto... direi freddo.
Ma considerando il cambio da Gore Verbinski a Rob Marshall, è perdonabile. A patto, però, che dal prossimo episodio (se ci sarà) si ritorni al Pirati dei Caraibi che tutti conosciamo!
(In realtà non ho fatto altro che riscrivere qui un paio di paragrafi dalla recensione sul mio blog; quanta pigrizia!)
Uh, già che ci sono, sapendo che guardi e recensioni (si dice così?) molti film, hai provato il recente Social Network stile aNobii, ma sui film? Sarebbe "Niente Popcorn"... carino.
Di EmaM il 06/07/2011 @ 12:01:07